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Numero 1 della rivista Consecutio rerum

Consecutio rerum 1, anno I (1/2016-2017)

Antropologia e politica

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Indice

Editoriale

 
Roberto Finelli: Editoriale. Un nuovo materialismo
 
 

Monografica

 
Francesco Toto: Hobbes e il riconoscimento. Antropologia, morale e politica
Paolo Godani: Note su solitudine e politica in Spinoza
Roberto Finelli: Al di là della governance. La politica del riconoscimento
Vittorio Morfino: La VI Tesi tra Gramsci e Althusser
Luca Basso: L’ambivalenza della «Gewalt» in Marx ed Engles. A partire dall’interpretazione di Balibar
Sergio Fabio Berardini, Massimo Marraffa: Presenza e crisi della presenza tra filosofia e psicologia
Pierluigi Marinucci, Adelino Zanini: Antropologia, progettualità neo-liberale, Soggetto. Un dialogo con Adelino ZaniniContinua a leggere

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Editoriale

“UN  NUOVO  MATERIALISMO”

franz ackermann1

Con il primo numero di “Consecutio rerum” proseguiamo e approfondiamo il progetto teorico-politico che ha caratterizzato i primi sette numeri della precedente rivista “Consecutio temporum”, da noi realizzata e diretta a partire dal 2011.

Costretti a interrompere la pubblicazione della precedente rivista per la pretesa della proprietà della testata d’interferire con il nostro programma editoriale, diamo vita alla nuova “Consecutio rerum”, con una variazione di titolo lieve, ma pure significativa nel verso di una radicalizzazione del nostro intento filosofico ed etico-politico iniziale. Giacché il passaggio dalla connessione dei “tempi” a quella delle “cose” stringe il nostro … Continua a leggere

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Hobbes e il riconoscimento. Antropologia, morale, politica

Francesco Toto

  

 

  1. escherLa specificità dell’umano

 Nella riflessione hobbesiana la frontiera tra l’animale e l’umano è un confine poroso, che congiunge e separa. Da un lato, Hobbes prende le distanze da una visione dell’umano come una regione della natura separata dalle altre, e include tra i tratti che l’uomo condivide con gli altri animali non solo la sensazione indotta dall’azione dei corpi esterni, l’immaginazione o memoria derivante dall’attenuarsi della sensazione, il «discorso mentale» costituito dalla successione più o meno regolata delle immagini, l’esperienza accumulata attraverso la stratificazione e la connessione delle memorie, ma anche la previsione del futuro a … Continua a leggere

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Note su solitudine e politica in Spinoza

Paolo Godani

hopper-solitudine1.  Gli studi spinoziani non hanno mancato di rilevare la funzione che la paura della solitudine svolge, dall’Etica al Trattato politico, nella formazione dello stato. Sostituendo il metus solitudinis al metus mortis hobbesiano, Spinoza non si limita soltanto a prendere le distanze dall’idea, formulata in De cive I, 2, secondo cui «hominem ad societatem aptum natum non esse», ripristinando invece l’immagine aristotelico-scolastica dell’uomo come animale sociale (cfr. E IV, 35 sch.; e TP II, 15), ma si libera soprattutto della finzione di un’età precedente alla società, nella quale gli individui avrebbero vissuto nell’isolamento. … Continua a leggere

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Al di là della governance. La politica come riconoscimento

richard-lindnerRoberto Finelli

 

In ricordo di Luciano Mechelli, giovane filosofo e intellettuale proletario del quartiere di Panìco, a Piazza Navona

 

 

 
1. Oltre il blocco heideggeriano

 

   Antropologia e politica appaiono indistricabimente connesse. La loro connessione è la medesima che dire: individuazione e socializzazione fanno tutt’uno. Nel senso che ormai non si può più tornare indietro dalla coscienza definitivamente acquisita della loro congiunta valorizzazione, come due faccie della medesima questione. La politica quale esercizio del potere, quale tecnica della governamentalità, in questa sede non credo possa interessarci. Non può interessarci cioè, in quanto sterile di futuro, la concezione … Continua a leggere

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La VI Tesi tra Gramsci e Althusser

Vittorio Morfino

 

rauschenberg
1. La VI tesi di Marx

 

Le Tesi su Feuerbach sono un testo con uno statuto assai particolare all’interno della tradizione marxista. Scritte da Marx a Bruxelles nella primavera del ’45 probabilmente per fare il punto sul proprio percorso filosofico, sono state pubblicate per la prima volta da Engels in appendice al Ludwig Feuerbach nel 1888 con una serie di modifiche che avevano lo scopo di facilitarne la lettura e la comprensione e nella versione originaria da Riazanov nel 1925-1926 nel I volume del Marx Engels Archiv. Queste tesi hanno avuto grande peso nella storia … Continua a leggere

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L’ambivalenza della «Gewalt» in Marx ed Engels. A partire dall’interpretazione di Balibar

joan-mitchell-1969-untitled-11818Luca Basso

 
 

In der wirklichen Geschichte spielen bekanntlich
Eroberung, Unterjochung, Raubmord, kurz
Gewalt die große Rolle. In der sanften
politischen Ökonomie herrschte von jeder
die Idylle.
K. Marx, Das Kapital

 

Das Recht auf Arbeit ist im bürgerlichen Sinn ein
Widersinn, ein elender, frommer Wunsch,
aber hinter dem Rechte auf Arbeit steht die Gewalt
über das Kapital […], also die Aufhebung der
Lohnarbeit, des Kapitals und ihres
Wechselverhältnisses.
K. Marx, Die Klassenkämpfe in Frankreich 1848 bis 1850

 
 
La riflessione intorno alla struttura e alla valutazione della Gewalt ha sempre costituito una questione controversa all’interno del … Continua a leggere

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Presenza e crisi della presenza tra filosofia e psicologia

Sergio Fabio Berardini – Massimo Marraffa

 

Isteria

Dopo aver mosso i suoi primi passi da studioso entro la tradizione idealistica italiana, prima sotto la guida di Adolfo Omodeo, quindi sotto quella di Benedetto Croce, Ernesto De Martino, che già si era laureato in Storia delle religioni e aveva compiuto studi etnologici ed etnopsichiatrici, fu ben presto mosso dalla necessità di “allargare” gli orizzonti del modello storicista che aveva fatto proprio e di includere in questo nuove istanze e nodi problematici provenienti da differenti prospettive: dall’esistenzialismo (in particolare quello italiano di Abbagnano, Paci e Pareyson; e in un secondo momento … Continua a leggere

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Antropologia, progettualità neo-liberale, Soggetto. Un dialogo con Adelino Zanini

Pierluigi Marinucci – Adelino Zanini

 

meta_113-1D.: Affrontare il tema delle relazioni tra antropologia ed economia richiede una ri­flessione preliminare: in merito cioè a quanto questo complesso viluppo di rela­zioni abbia innanzitutto trovato esplicazione ”progettuale” nel campo epistemologico delle scienze umane, intese in chiave necessariamente e sufficientemente ampia da inclu­dere nel loro alveo concettuale anche la disciplina economica.

 

R.: Per quanto concerne lo statuto delle scienze umane, c’è un prima e un dopo Fou­cault (mi sia permesso di richiamare direttamente ciò che ho scritto nel mio libro de­dicato al filosofo francese). Egli ci ha insegnato, infatti, come nel … Continua a leggere

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L’immaginario neoliberale


 

André Tosel

 

reminiscenza-archeologica-dellangelus-di-millet-653x5111.  Le due vie dell’immaginario neoliberale e la loro tensione

 

La questione dell’immaginario neoliberale si è fatta urgente: se non mancano le analisi critiche del neoliberalismo definito come teoria economica propria della fase attuale del capitalismo mondializzato, resta inesplorata la misurazione dell’efficacia di questa teoria sulle attitudini, le rappresentazioni, le pratiche delle masse dominate e sfruttate che avrebbero «interesse» al cambiamento della loro situazione e che nonostante ciò mantengono gli schemi di pensiero e i modelli di condotta prodotti da questo capitalismo e teorizzati dal neoliberalismo. La ragione è qui paralizzata da una «ragione» … Continua a leggere

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L’anthropologie politique d’Adam Smith

Nathanael Colin

smith-ct2Introduction

 

On s’accorde habituellement à dire que le libéralisme de Smith découle d’une anthropologie[1]. Celle-ci serait élaborée dans les premiers chapitres de la Recherche sur la nature et les causes de la richesse des nations. Cette anthropologie du manque et du besoin, ainsi qu’une propension naturelle de l’homme à échanger, se traduirait dans une analyse économique autonome et une vision politique de ce que doit être l’organisation sociale. Dans l’acte de naissance de l’économie que constitue la Richesse des nations on aurait une description nouvelle de ce qu’est l’homme et de ce qui … Continua a leggere

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Peregrinos, territorio y potencia según Spinoza

Sergio Rojas Peralta

 

 

brueghel_7_opere_misericordiaUne civilisation qui, depuis tant de siècles, a été, plus que n’importe quelle autre, déchirée par les conflits entre villes et campagnes, entre pouvoirs ecclésiastique et séculier, par la concurrence entre la foi et le savoir, par les luttes de domination politique et les antagonismes de classe, ne pouvait qu’apprendre dans la douleur comment les différences peuvent être communicantes,comment les oppositions peuvent s’institutionnaliser et comment les tensions peuvent être stabilisées.

Derrida J.,  Habermas J. [1]
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«Méconnaissance» et «reconnaissance» dans l’œuvre philosophique de d’Holbach

Tomaso Cavallo

 

salotto-ninon-de-lenclos«L’homme n’est malheureux que parce qu’il méconnaît la Nature». (Système de la Nature ou des Lois du Monde Physique & du Monde Moral, Londres 1770).
«La vraie gloire ne peut être aux yeux d’un être raisonnable, que la reconnaissance publique, l’admiration générale, excitées par des actions, des talents, des dispositions utiles au genre humain». (La Morale Universelle ou Les Devoirs de l’homme fondés sur sa nature, chez M. Rey, Amsterdam 1776).

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Misura e mostruosità in Albert Camus. Il tempo dell’antropogenesi

Laurent Bove

 

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Abstract  In Camus si ritrovano due figure filosofiche della storia: vi è la storia che gli uomini costruiscono attraverso la cooperazione e la solidarietà, che nasce indefinitamente dalla «rivolta» contro la servitù, ma anche la Storia-Destino che Camus individua e analizza nelle figure storiche principali del XX secolo. Questa seconda Storia è quella del delirio dello «spirito moderno» che sfrutta e soffoca il tempo vivente della vita degli uomini, quello dell’antropogenesi,
di cui la Storia-Destino si nutre, dissanguandolo e orientandolo. A questa Storia e alla sua Ragione, la cui misura e dismisura sono mostruose – è Continua a leggere

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Habitus. Per una stratigrafia filosofica

 

Miriam Aiello

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1. Considerazioni preliminari

 

La teoria sociale di Pierre Bourdieu ha costituito un importante e unanimemente riconosciuto contributo alla sociologia del XXI secolo. Se l’accademia italiana risulta gravata da un notevole ritardo nella ricezione dell’opera di questo autore, è altrettanto vero che le più sollecite ricezioni anglosassoni e financo quella francese appaiono segnate da appropriazioni parziali e frammentarie (Paolucci 2011: 144-5). In conseguenza di ciò, gli aspetti più propriamente filosofici dell’opera bourdieusiana sono finora rimasti sostanzialmente sprovvisti di una tematizzazione esplicita e sistematica. Una simile tematizzazione si rende tanto più urgente nella misura in cui … Continua a leggere

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La presenza di Friedrich Nietzsche in Hannah Arendt

Emanuele Martinelli

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   La filosofia di Arendt può essere bipartita nei valori dell’attivo e del reattivo. Dal lato delle forze attive possono essere collocati la libera volontà, il pensiero non contemplativo, il giudizio riflettente e l’azione. Dal lato delle forze reattive, invece, il pensiero contemplativo, i giudizi determinanti, l’opera e il lavoro.
Arendt concepisce da sé questa coppia concettuale (attivo e reattivo)? O esistono precedenti nel corso della storia della filosofia?
La distinzione nietzscheana dell’istante decisivo dalla logica e dall’ontologia potrebbe essere l’antecedente ricercato: «bisogna avere … Continua a leggere

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Nature et praxis : l’antinaturalisme sartrien à l’épreuve de l’ontologie lukacsienne

Pierre-Aurelien Delabre

 

 

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C’est contre une conception mécanique de l’histoire sociale et une réduction des faits sociaux et des hommes à un ensemble de produits passifs qu’il importa à certains représentants du marxisme critique d’opposer un concept fort de praxis entendu comme Sujet et Objet de l’histoire sociale. Or, si l’accent fut légitimement mis sur la capacité humaine à faire l’histoire, rien ne justifia que la subjectivité retrouvée d’un marxisme antistalinien abandonne à la philosophie et à la science stalinienne ou bourgeoise de leur époque toute pensée de la nature. Si la naturalisation de l’histoire sociale implique de … Continua a leggere

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Le lotte operaie nello sviluppo capitalistico secondo Raniero Panzieri

Andrea Cengia

 

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Secondo alcuni giudizi del pensiero e dell’esperienza di Raniero Panzieri, l’azione politica e teorica dell’intellettuale torinese andrebbe derubricata a quel particolare tipo di materiale ormai inservibile, in quanto appartenuto ad una contingenza storica irrimediabilmente consegnata al passato[1]. Leggere Panzieri oggi, quindi, rientrerebbe in una sorta di attività di ricerca, in ultima analisi, fine a se stessa e destinata ad essere ininfluente sul presente in quanto il suo oggetto d’indagine sarebbe una fase conclusa del capitalismo novecentesco e delle lotte operaie. Eppure, a misurarsi attentamente con i saggi di Panzieri (o collegati alla sua impostazione … Continua a leggere

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Francesco Toto “L’individualità dei Corpi. Percorsi nell’Etica di Spinoza”, Mimesis, 2014

Toto_Individualità CorpiMarta Libertà De Bastiani

 

Se si potesse associare un’immagine alla struttura ed ai contenuti del libro di Francesco Toto, L’individualità dei corpi. Percorsi nell’Etica di Spinoza (Milano, Mimesis, 2014, pp. 462) sarebbe quella di un sezione di roccia stratificata ove nel mezzo scorra una vena doro di diverse forme e dimensioni, ma comunque continua: si tratta infatti di un testo complesso e composito, ma non per questo meno coerente. Le tre sezioni – Individuum, Motus spontaneus corporis e Fabrica e constitutio – che compongono questo libro affrontano i testi spinoziani a partire da prospettive differenziate, Continua a leggere

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Jonathan Crary, 24/7. “Il capitalismo all’assalto del sonno”, Einaudi, 2015.

Saverio Mariani

 

24-7Jonathan Crary (professore di Modern Art and Theory alla Columbia University) disegna un profilo del nostro presente nel quale emerge in modo inequivocabile il legame che la struttura economica ha con il vissuto privato e pubblico, quindi politico, di ogni cittadino. Il paradigma entro cui questa divisione appare, oramai, come inutile, è quello definito dalla formula 24/7. Ventiquattr’ore al giorno; sette giorni su sette. Si tratta della massima espressione del capitalismo odierno, il suo apogeo: produttività e capacità di consumare sempre attive. Una continuità indifferenziata dove il 24/7 si autoalimenta, e nella quale il tempo, ma … Continua a leggere

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